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Penniless journalist, voulunteer in Banska Bystrica (Slovacchia)through the European Solidarity Corps. In this blog, in which I will try to post in both Italian and English, I''ll write about myself, Slovakia and much more. I

Thursday 20 February 2020

Nech sa paci


La prima frase che insegnano qui in slovacchia ad uno straniero è: "Nech sa paci" che corrisponde in inglese a "here we go" e all'italiano " ecco qua o ecco a te/voi". "Strano"- ho pensato la prma volta che ho aperto il libro di slovacco e ho visto che era tra le prime frasi da imparare. Ho capitolo solo qualche settimana dopo il perchè: al supermercato, nei locali pubblici, sull'autobus quando il controllore di controlla il biglietto, quando ti lasciano il posto a sedere, gli slovacchi usano "Nach sa paci". Un espressione colloquiale che infilano quasi ovunque. Gli slovacchi dicono anche molto spesso supero, il corrispettivo italiano di "Ok, fantastico", o "it's great". in inglese. Qui si usa anche il "Ka" per dare un nomignolo alle persone che conoscit. Così Silvia può diventare Silvinka, Ida Idka e così via.


Non so perché, ma rimango sempre ancora stupita, quando al supermercato, i cassieri, mentre porgo loro le cose da pagare, mi dicono con cortesia buongiorno e buona sera, troppo abituata forse alle faccia da funerale che hanno i cassieri in italia.

La situazione politica di questo paese è alquanto incasinata.
Il partito  di estrema destra, quello neo-nazista, ha lo stesso colore di quello della Lega Nord italiana ( Guarda un po' i casi della vita!). Chissà perché questi movimenti politici di destra usino proprio il verde speranza come colore per i simboli dei loro partiti! Il partito social- democratico, il primo partito del paese, non pare essere, comunque,migliore. Sembra che qualche esponente dello stesso, in un recentissimo passato, abbia avuto contatti con la 'ndrangheta italiana. (Eeh già noi italiani siamo sempre ovunque!). Due anni fa un giornalista slovacco, Jan Kurakick, è stato assassinato proprio per aver scoperto gli affari illegali tra il governo e la criminalità organizzata. Anche qui comunque, sembra che non manchino esponenti politici e ministri senza titoli accademici. Pare che uno di questi abbia falsificato la propria laurea(sembra che non l’avesse proprio!). Dopo lo “scandalo” è, però, allegramente ancora in giro ad esercitare il proprio ruolo come se nulla fosse, nonostante,da come mi hanno detto, sia stato richiesto anche l’intervento della polizia.

In Slovacchia, i ragazzi sembra che abbiano, qualche volta, degli hobbies decisamente particolari. Proprio come Haruj, un ragazzone di venticinque anni grande e grosso,dall'aria un po' burbera,ma che-difficile da credere solo a guardarlo- ha come hobby quello di cucire e ricamare.

Dopo quattro settimane a Bb, mi sento a volte quasi impaziente di tornare anche solo per un po' a casa. Essere all’estero da soli ed in un posto in cui le persone non sembrano essere esattamente molto socievoli o comunque un po' freddino, ha i suoi contro.

Piccola breve storia inerente gli steriotipi sugli italiani: “ tu non sembri italiana – mi ha detto l’altro giorno la coordinatrice del progetto di volontariato qui in Slovacchia.- "perché?- ho chiesto io". "Non sei rumorosa come molti di loro.

Wednesday 19 February 2020

Gli incontri../

Martedì sera. E' il mio quinto giorno a Banska Bystricia.  Bussano alla porta della mia stanza.
"Ciao-mi dice una ragazza riccia bionda - ho sentito dire che era arrivata una nuova persona. Ero curiosa di conoscerti". Si siede  su uno dei due letti nella mia camera, con fare molto disinvolto. Due ore dopo conosco  quasi tutta la storia della sua vita.  Come se fossi sua amica da tempo.  A 25 anni, Patricia  studentessa di dottorato, ha viaggiato per l'europa molto più di me. Spesso da sola.  Quando viaggi da sola - mi dice - non devi dare conto a nessuno. E' la cosa migliore". Non torna quasi mai a casa dalla sua famiglia.  Sembra essere una tipa molto indipendente, ma anche un pò solitaria.  Strano che mi abbia raccontato così tante cose di sè, la prima sera che ci siamo conosciute. " Quando sei nata?- mi chiede - tirando fuori una piccola agendina  e appuntandosi il giorno del mio compleanno. " Non voglio dimenticarlo. Se non  sarò qui - mi assicura - ti manderò un messaggio". In seguito ho scoperto che sarebbe stata la mia compagna di stanza se non avesse dovuto partire per l'Erasmus in Repubblica Ceca e se non mi avessero assegnato una camera tutta per me.  Buffa coincidenza questa. Come buffo anche il fatto che abbiamo scoperto di avere gusti simili.  E' proprio vero che nella vita non sai mai chi può venire a bussare alla tua porta. 

Thursday 13 February 2020

Kotleba, università ed altro.../ Kotleba, univeristy, and some else...


La Slovacchia sembra, almeno per me, essere un paese alquanto controverso.

Il secondo partito più quotato è quello neo-nazista (Kotleba). Fa 
propaganda contro i rom, rifugiati o migranti di paesi terzi. Paradossalmente, però, questi ultimi attualmente ospiti in questo paese sembrano essere solo cinque ,(Chissà cosa penserebbero allora questi neonazi dell'Italia...).
Paradossale è anche, però, il fatto che alla guida del partito di stampo conservatore e nazionalista Sme
Rodina che significa Siamo una famiglia, ci sia come leader Boris Kollar, un uomo con 11 figli avuti da donne
diverse. Ironico no?
Le università sono gratis per tutti (mica come da noi !).Qui nessuno va in moto o motorini. In compenso le auto a volte sono parecchio '
pittoresche". 
Va molto di moda fare yoga e mangiare sano. Si può camminare anche in piena notte nel centro della città ma nessuno ti rompe le scatole...

Il tempo risulta a volte alquanto instabile:la mattina puoi alzarti con il sole, il pomeriggio può cominciare a piove. Sembra essere un paese con un' alta percentuale di donne..ovunque mi giro vedo solo donne!!Perfino alla stazione di polizia le impiegate erano solo di sesso femminile. 

Qui tutti sono abbastanza alta.. il che non è il massimo quando si è alti un mentro e uno sputo come me. 


Quando dico che sono italiana, gli slovacchi,con gli occhi sbrilluccicanti, mi rispondono in genere con 'we love italy!!"In compenso mi guardano strano quando dico loro che non mi piace il caffè...

Thursday 6 February 2020

Iniziamo da qui..../ Starting from here

A trent'anni bisognerebbe sapere in quale direzione stai andando: se hai il lavoro della tua vita, se hai trovato il tuo posto nel mondo o chi, eccezion fatta per amici e familiari, ti fa sentire a "casa". Dovresti già sapere, insomma, almeno in parte, quali sono i tuoi punti fermi e dove ti stai dirigendo.  Per me non è stato così. Allo scoccare dei miei trent'anni tutto è improvvisamente cambiato. Mi sono ritrovata in balia delle incertezze, peggio di quando di anni ne avevo venti.  Non che la mia vita in passato sia stata una passeggiata, ma allo scoccare dei miei "enta" per una strana beffa del destino tutto ha cominciato ad andare al contrario di come doveva essere. Non funzionava più nulla. La ciliegina sulla torta è arrivata poi l'estate scorsa.  Quella che definirei lo schiaffo finale. Lo confesso, ho passato dei mesi da schifo. Ci sono stati giorni in cui non avevo nemmeno le parole per esprimermi, per tutte le assurdità a cui avevo dovuto assistere. Giorni in cui mi sono sentita schiacciata dagli avvenimenti, come se non avessi più il controllo di nulla. Giorni in cui mi sono sentita svuotata. Poi, una mattina, dopo tutto quel buio, è scattato qualcosa nel mio cervello. Volevo rivedere la luce.  Anche un piccolo barlume.  Anche se dovevo andarmelo a cercare da sola quel barlume. Non volevo più farmi schiacciare dalle difficoltà. In genere, le brutte esperienze rischiano di farti chiudere ancora di più. Rischiano di renderti ancora più diffidente, disillusa, rischiano di farti vedere il marcio in tutto ed in tutti. Io, però, non volevo che per me andasse così. Nonostante abbia dovuto imparare più volte a non aspettarmi più niente da nessuno, nonostante nei mesi scorsi mi sia sentita come una "roba vecchia" da buttare via,  nonostante sembra che la sfiga mi perseguiti e mi ritrovi a vivere spesso situazioni al limite dell'inimmaginabile,  le esperienze  poco piacevoli non dovevano avere il sopravvento.  Non dovevano rendermi ancora più insicura di quanto non lo fossi già. Volevo che tutto quello che avevo vissuto, dalle cose meno e più recenti, tirasse fuori non il peggio, ma il meglio di me. Ho così intrapreso un nuovo viaggio. Un viaggio non solo geografico, ma anche emotivo.  Un viaggio per superare tutti i miei limiti ed insicurezze. Quelle che ho sempre avuto.  Un viaggio di apertura, ancora di più, verso il mondo e le persone. Un viaggio soprattutto per imparare ad esprimere me stessa a 360 gradi, come non ho mai fatto prima d'ora. Un pò come uno schiaffo morale a tutte le cose brutte.