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Penniless journalist, voulunteer in Banska Bystrica (Slovacchia)through the European Solidarity Corps. In this blog, in which I will try to post in both Italian and English, I''ll write about myself, Slovakia and much more. I

Wednesday 25 March 2020

Travelling by trains and going to the church



Se c'è una cosa che, almeno noi italiani, proprio non dobbiamo invidiare agli slovacchi, sono le linee ferroviarie: treni vecchissimi e lenti che, specialmente, durante i week- end funzionano in forma molto ridotta. Peggio di Trenitalia. Tra vecchi catorci, ritardie corse soppresse, viaggiare in treno in Slovacchia può trasformarsi in una mirabolante avventura. Ancora di più poi se, ci si aspetta, come generalmente funziona di norma, che i treni per andare e tornare da un luogo debbano prendere direzioni opposte. In Slovacchia, però, non funziona in questo modo. O almeno non sempre. Può capitare, infatti, che il treno per riportarti nel luogo da cui sei venuto, vada nella medesima direzione del posto in cui sei giunto. Non so se mi spiego. Risultato? Se sei straniero, non sai lo slovacco, non hai la fortuna di trovare qualcuno che parli inglese e nella stazione non c'è alcuna indicazione chiara, si rischia di capirci ben poco su come muoversi.
Se non altro percorrere alcune tratte è davvero molto economico: a volte i biglietti, per percorrenze anche di venticinque minuti, costano solo un euro. 
Se ci si vuole invece muovere in taxi, si può far ricorso a Bolt, una economica
 compagnia molto simile ad Uber. 

Peculiarità logistiche a parte, la Slovacchia è un paese in cui non mancano le stranezze neppure sul piano religioso. Come i preti che simpatizzano per i partiti di estrema destra tra cui anche Kotleba. Sembra assurdo, ma è così. Pare che qualche tempo fa l’arcivescovo di Trnava, abbia inviato un monito ai sacerdoti della sua diocesi, dicendosi addolorato del fatto che alcuni di
questi avessero dato sostegno a ideologie politiche non molto lontane dal vecchio regime nazista.. Insomma, noi ci lamentiamo del clero italiano, ma a quanto pare gli slovacchi, sotto alcuni punti di vista, stanno messi peggio. 

Quante alle celebrazioni liturgiche...bhe...queste fanno un' ottima concorrenza, in termini di pedanteria, a quelle italiane. 




Una domenica pomeriggio, insieme ad un amico e alla sua ragazza, per pura curiosità personale mi sono ritrovata a partecipare ad una messa a Banska Bystrica.
Seguire la messa slovacca, senza capire una sola parola si è rivelata essere un esperienza "mistica", e non in termini religiosi: durante la messa i fedeli si alzavano e sedevano ripetutamente,-peggio di un allenamento in palestra - sulle note di canti interpretati da "tenori"o comunque gente che aveva studiato lirica (mica come i cori  sempliciotti che abbiano in italia!).  

Quello che mi ha colpito di più?  Sicuramente, la presenza di un  piccolo display che, a quanto mi hanno spiegato, indicava il numero della lettura, tratta dalla bibbia, che si stava eseguendo. 

Più che a messa, insomma, mi sono sentita per un attimo come se fossi alla posta. 

Monday 16 March 2020

Gli effetti del coronavirus sugli slovacchi, Parte due. The effects of coronavirus on slovaks

Una calma quasi surreale ha invaso le strade di Banska Bystrica nel primo weekend dopo  la dichiarazione dello stato di emergenza  per il Coronavirus da parte del governo Slovacco. La domenica in questa città non è mai stata molto vivace, ma  per la prima volta il centro di Banska Bystricia si è quasi completamente svuotato.
 In tutta la nazione allo stato attuale si contano  un centinaio e più di casi di positività al virus. E il numero è destinato con ogni probabilità a crescere.  Tanti, infatti, gli slovacchi che ad inizio marzo sono tornati dal Nord Italia dopo essere stati nel Bel paese a sciare. 
 Per arginare la diffusione del Coronavirus, il governo, sulla scia di quanto fatto in Italia,  ha imposto rigide restrizioni:  chiusura dei pub, dei ristoranti, dei centri commerciali, delle scuole, delle università, di tutti e tre gli aereoporti nazionali, unitamente allo stop dei servizi di trasporto pubblico che collegano la Slovacchia alle nazioni vicine, con riduzione anche dei trasporti su gomma sul territorio nazionale.   Il governo pare che abbia istituito anche alcuni luoghi appositi per permettere alle persone di rientro dall'estero di mettersi in quarantena. 
 Subito dopo l'annuncio dello stato di emergenza, come per magia, le persone  hanno cominciato girare con la mascherina, anche se, pure qui,  non tutti sembrano essersi resi a pieno conto della situazione.

Se da una parte c'è chi ancora minimizza,  dall'altra  c'è tuttavia anche chi sembra essere sull'orlo di una crisi di nervi, dando il via alla classica caccia all'untore.  Un'imprenditore di nazionalità italiana, infatti, è stato segnalato e denunciato alla polizia per non essersi messo in quarantena. La sua colpa? A quanto pare quella di essere  rientrato dall'italia.... A METà GENNAIO!!.(  ebbene si, quando non era ancora scoppiato il pandemonio)

Mentre chiudono i confini a destra e manca, il governo slovacco sta facendo di tutto per  rimpatriare i propri connazionali all'estero, ma lo stesso non si può dire  per chi, straniero come me, è rimasto letteralmente bloccato in questo paese. L'ambasciata italiana a Bratislava ha diramato un annuncio per  i cittadini non slovacchi presenti sul territorio nazionale, consigliando loro di tornare nella propria patria d'origine, senza  però, pensare  al come far avvenire questo rimpatrio in modo decente. Eh già, perché senza voli, treni e altre forme di trasporti, è davvero impossibile in questo momento poter far rientro a casa.  Giacché se ne dica che in questo momento sia meglio non tornare in Italia  e mettere a rischio se stessi e i propri familiari, c'è purtroppo chi  ha la necessità di doverlo fare o chi, semplicemente, non se la sente di affrontare una pandemia globale in un paese straniero, lontano dai propri cari. Specie se il  rischio di restare bloccati all'estero per un tempo lungo indefinito è sempre più alto e non sei sicuro dell'efficienza del sistema sanitario del paese che ti ospita. Il meglio che, però, l'ambasciata riesce a fare, per chi vuole tornare a casa, è indicare un vero e proprio viaggio della speranza o opzioni decisamente impossibili da realizzare: Come  attraversare il  confine Austria- Slovacchia  a piedi per arrivare agli aeroporti di destinazione,o fittarsi un auto e arrivare  nella nazioni limitrofe!!  Peccato solo che mentre chi di competenza elargisce queste "utilissime" soluzioni, sono già diversi giorni  che i  vicini paesi hanno chiuso i proprio confini, oltre ad aver annullato tutti i voli disponibili.  L'ultimo "ammirevole" supporto dell'ambasciata è stato quello di organizzare un autobus  in direzione Tarvisio, con una stazione ferroviaria da cui non parte quasi nessun collegamento decente per le altre regioni di Italia. Ma non è finita qui: perchè non solo  si viene lasciati una stazione senza molti collegamenti, ma per giunta anche  in piena notte!! 
Al momento resta tutto un grande interrogativo,
Una cosa comunque è sicura: in tempi di emergenza, anche gli Slovacchi, proprio come gli italiani,
hanno fatto la corsa a svuotare i supermercati e, nonostante sia un popolo che vada avanti a zuppe e verdure, la prima cosa di cui hanno  fatto provvista è stata l'immancabile pasta italiana...

Wednesday 11 March 2020

"Incontri su una panchina"


Seduta su una panchina, un'anziana signora con il suo cane si avvicina.
Ha l'aria trasandata.
Chissà per quale esperienza di vita è passata.
 Forse una zingaara rom, non so,
In slovacchia ce ne sono un bel pò.
Comincia a parlarmi in slovacco,
ma la nostra comprensione si rivela all'inizio si rivela un pò un fiasco.
Non so come riesco a capire le sua domande a tentoni,
così per risponderle uso google traduttore
sperando possa farmi da vettore.
Finalmente lei inizia a capire cosa sto cercando di dire.
Dopo un pò un euro mi chiede,
probabilmente ben poco possiede.
Così le do una moneta ed improvvisamente mi abbraccia
poi alza le braccia,
come ad incoraggiarmi e buona fortuna augurarmi.



Tuesday 10 March 2020

Gli effetti del Coronavirus sugli Slovacchi - the effects of coronavirus on Slovaks

Se c’è una cosa che proprio non immaginavo quando ho deciso di tuffarmi in quest’ avventura nel corpo europeo di solidarietà era quella di ritrovarmi, ad un mese e mezzo dal mio arrivo in Slovacchia, nel bel mezzo di un’ epidemia globale. Essere all’estero in questo momento e per di più essere di nazionalità italiana, equivale per me ad essere etichettata come un virus vivente. E poco importa se dico che sono partita dalla mia nazione un mese e mezzo fa. Qui non appena sentono la parola italia o italiano/a mi guardano ormai terrorizzati.

Dopo i primi casi di coronavirus registrati per lo più a Bratislava, tutte le università e le scuole del paese sono state chiuse. Tutte le attività pubbliche cancellate, comprese quelle che avrei dovuto fare io. Mi hanno raccontato che alcuni turisti, non italiani,che qualche giorno fa sono arrivati a Banska Bystrica e che apparentemente non presentavano alcun sintomo, sono stati prelevati di forza dall’hotel in cui alloggiavano dalla polizia e sono stati messi sul primo aereo disponibile per casa loro. Perfino i loro bagagli sono finiti in una sorta di “quarantena”. Non oso immaginare se fossero stati italiani !!!

C’è da dire, comunque, che da quando questa storia del Coronavirus e degli italiani come portatori dell’epidemia in questione, ha cominciato a diffondersi qui in Slovacchia, ho assistito a dei comportamenti che definire illogici è dire poco. Nei giorni scorsi, ad esempio, sarebbe dovuta venire a trovarmi un’amica dall’isola. Aveva pianificato la “ vacanza” giusto una settimana prima che scoppiasse il putiferio nel bel paese. ( La solita sfiga..)

Una volta scoppiato il bubbone in italia, la proprietaria del mio dormitorio ovviamente ha deciso che la mia amica rappresentava un pericolo. Ok, dopotutto, avrei potuto capire la sua preoccupazione. Quello che, però, non ho capito è perché abbia negato il pernottamento della mia amica nella mia stanza, ma ha acconsentito alla sua visita nel medesimo dormitorio. Immaginatevi la mia faccia perplessa mentre mi spiegavano ciò. E perplessa lo sono diventata ancora di più, quando la stessa proprietaria che riteneva la mia amica italiana un problema, ha fatto entrare in casa sua, senza battere ciglio, la mia coordinatrice del progetto- la quale aveva tosse e altri sintomi influenzali- ed è stata per una buona ora seduta fianco a fianco con quest’ultima. Sotto lo stesso tetto. Are you serious??? Volevo dirle. Magari la mia stessa coordinatrice poteva aver contratto il Coronavirus senza saperlo...ma ok...

Qualche slovacco comunque ci scherza sul fatto che il virus sia arrivato, teoricamente, solo ora in questo paese. “ Forse- mi ha detto qualcuno qualche giorno fa- anche il coronavirus non trova molto accogliente la nostra nazione!”

Battute a parte,  nonostante ci sia ben poco da ridere in questa situazione, trovo alquanto ironico che la prima volta in cui sono partita per l’estero,non per una semplice vacanza, sia arrivata un epidemia globale che rischia di farmi restare bloccata in questo paese per un tempo indefinito…