A trent'anni bisognerebbe sapere in quale direzione stai andando: se hai il lavoro della tua vita, se hai trovato il tuo posto nel mondo o chi, eccezion fatta per amici e familiari, ti fa sentire a "casa". Dovresti già sapere, insomma, almeno in parte, quali sono i tuoi punti fermi e dove ti stai dirigendo. Per me non è stato così. Allo scoccare dei miei trent'anni tutto è improvvisamente cambiato. Mi sono ritrovata in balia delle incertezze, peggio di quando di anni ne avevo venti. Non che la mia vita in passato sia stata una passeggiata, ma allo scoccare dei miei "enta" per una strana beffa del destino tutto ha cominciato ad andare al contrario di come doveva essere. Non funzionava più nulla. La ciliegina sulla torta è arrivata poi l'estate scorsa. Quella che definirei lo schiaffo finale. Lo confesso, ho passato dei mesi da schifo. Ci sono stati giorni in cui non avevo nemmeno le parole per esprimermi, per tutte le assurdità a cui avevo dovuto assistere. Giorni in cui mi sono sentita schiacciata dagli avvenimenti, come se non avessi più il controllo di nulla. Giorni in cui mi sono sentita svuotata. Poi, una mattina, dopo tutto quel buio, è scattato qualcosa nel mio cervello. Volevo rivedere la luce. Anche un piccolo barlume. Anche se dovevo andarmelo a cercare da sola quel barlume. Non volevo più farmi schiacciare dalle difficoltà. In genere, le brutte esperienze rischiano di farti chiudere ancora di più. Rischiano di renderti ancora più diffidente, disillusa, rischiano di farti vedere il marcio in tutto ed in tutti. Io, però, non volevo che per me andasse così. Nonostante abbia dovuto imparare più volte a non aspettarmi più niente da nessuno, nonostante nei mesi scorsi mi sia sentita come una "roba vecchia" da buttare via, nonostante sembra che la sfiga mi perseguiti e mi ritrovi a vivere spesso situazioni al limite dell'inimmaginabile, le esperienze poco piacevoli non dovevano avere il sopravvento. Non dovevano rendermi ancora più insicura di quanto non lo fossi già. Volevo che tutto quello che avevo vissuto, dalle cose meno e più recenti, tirasse fuori non il peggio, ma il meglio di me. Ho così intrapreso un nuovo viaggio. Un viaggio non solo geografico, ma anche emotivo. Un viaggio per superare tutti i miei limiti ed insicurezze. Quelle che ho sempre avuto. Un viaggio di apertura, ancora di più, verso il mondo e le persone. Un viaggio soprattutto per imparare ad esprimere me stessa a 360 gradi, come non ho mai fatto prima d'ora. Un pò come uno schiaffo morale a tutte le cose brutte.
At thirty years old, you should know in which direction you are going: if you have the job of your life, if you have meet your soulmate, or you have found your place in the world. You should already know, at least, in part, which are your fixed points and where you are heading. This didn't happen to me. At the turn of my thirty years old, everything suddenly changed. I found myself at the mercy of uncertainties, worse than when I was 20. Not that my life in the past years, was an easy walk, but when I turned in thirty, everything has started to go in the opposite way as it should have to be. Nothing worked anymore. the icing on the cake arrived last summer: what I would call "the final slap". To be honest, I spent months of shit. There were days in which I hadn't even the words to express myself, for all the absurdities I saw. Days in which I felt crushed by events, as If I had no longer control of anything. Days in which I felt empty. Then, one morning, after all the darkeness, something went on in my brain: I wanted to see the light again. Even a small glimmer. I no longer wanted to be smacked by difficulties. Generally, bad experiences can make you closer. They risk to making you even more diffident, disillusioned. But I didn't want that it should happen to me. Although I had to learn several times to no expect anything from anyone, although in recent months I felt like an "old stuff" to thrown away, althought sometimes seems that bad lucks hunts me, bad experiences should not have been the windward. They shouldn't made me even more insecure than I already was. I wanted that everything, from the most recent to the old bad experience, brings out not the worst, but the best of me. So I have started a new journey. A journey not only geographic, but also emotional. A journey to overcome all my limits and insecurities, that I' ve always had. An opening journey, even more, towards the world and the people. A journey, above all, to learn to express myself at 360 degreee as I have never done before. Like a moral slap to all the bad things.
Ps. Sorry for my english not so perfect
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